Vivere Valguarnera (28)
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Venne costruita intorno al 1687 «a sue spese ad alla gloria di Dio» dal munifico sacerdote D. Giuseppe Scarlata.
Al 1691 la chiesa era gia completa e si cominciarono a seppellire i morti.
Nel 1883 fu montato l'orologio pubblico dalla Matrice, poiché quest'ultima ne aveva uno nuovo fatto costruire dal Municipio.
All'interno della chiesa recentemente restaurata vi è un crocifisso molto devoto ed espressivo, chiamato dal popolo «della buona nuova» il quale veniva talora portato in processione nella festa dell'Esaltazione della Croce.
Essa non si chiamò sempre San Francesco, né ebbe le attuali proporzioni. Dapprima fu S. Croce, le sue proporzioni erano più piccole, come si evince dalla fabbrica di mezzogiorno.
Andata in rovina intorno al 1850, fu riedificata ed ingrandita come nello stato attuale dal Sac. Giuseppe Lomonaco, e prese il nome di San Francesco di Paola e benedetta dal Vescovo Mons. Palermo nel 1896.
Nel 1953 fu elevata al grado di parrocchia.
Tra le opere artistiche:
- S. Francesco di Paola, S. Francesco di Assisi del pittore Luigi Gallina da Castrogiovanni (1897)
- Statua in legno di San Francesco di Paola (1923)
Edificata poco prima del 1817 come ne fanno fede le iscrizioni delle campane «Santo Rigatuso rettore-anno del signore 1817, per mandato di D. Luigi Salomne fondatore di detta chiesa delle anime purganti».
All'interno vi è una bella statua dell'Addolorata della casa Zanazio di Roma, che segue Gesù morto nella processione del Venerdì Santo.
Questa chiesa che sovrasta il centro abitato di Valguarnera esisteva già al 1666, come ne fa fede l'atto di morte del 27 giugno 1666 «il cui corpo fu seppellito nella chiesa di San Antonino...».
Al 1783 si costituiva la confraternita di Maria SS. della Mercede, formata da operai e civili, che ebbe la sua fioridezza sino al 1820, poi andò declinando e al 1842 cambiò nome in S. Antonio di Padova.
Nel 1877 veniva costruita la scala esterna a due rampe, essendo stata abbassata la strada.
Nel 1899 i maestri Di Prima Francesco e Torregrossa Michele edificarono il campanile aguzzo con le due sezioni di pietra calcarea ed arenaria e con il cono di serchie stagnate a più colori. Costituisce il punto più alto del paese.
Valguarnera, come ogni altro paese, ha il suo tempio principale che si affaccia nel cuore del centro storico. Dedicata a San Cristofero Martire è il monumento più importante per decoro magnificenza e arte.
La storia della Chiesa Madre inizia nel 1626 anno di inizio dei lavori, essa come tutte le grandi opere sorse a poco a poco infatti nella fabbrica è possibile distinguere cinque periodi che si concludono alla fine del 1800.
E' di stile romanico a tre navate.
La statua lignea di San Cristofero, protettore di Valguarnera, probabilmente costruita a Palermo e regalata dai principi di Valguarnera nel XVII secolo, è la più antica, raffigura il gigante che porta sulle spalle Gesù Bambino nell'attraversare il fiume, pare che la sua schiena si spezzi a un tanto peso.
Gli altari, nello sfondo, sono dedicati a Gesù Sacramento, alla Vergine Annunziata, a S. Cristoforo; gli altri a Gesù Crocifisso, alla Madonna del Carmelo, a S. Giuseppe, a S. Lucia, a S. Francesco di Paola, alla Madonna del Rosario, al Purgatorio, alla Madonna dei Raggi.
Tra le opere artistiche:
- S. Lorenzo del XVII sec.
- S. Alfonso della fine del 1700
- il Battesimo di Gesù, S. Pietro, S. Paolo: quadri di Mario Barberis
- Via Crucis, di Clara Barberis (1962)
Testi a cura di Paolo Totò Bellone
Foto: Studio Tanino Barbagallo
Chiesa Madre di S. Cristofero
Valguarnera, come ogni altro paese, ha il suo tempio principale che si affaccia nel cuore del centro storico. Dedicata a San Cristofero Martire è il monumento più importante per decoro magnificenza e arte.
La storia della Chiesa Madre inizia nel 1626 anno di inizio dei lavori, essa come tutte le grandi opere sorse a poco a poco infatti nella fabbrica è possibile distinguere cinque periodi che si concludono alla fine del 1800.
E' di stile romanico a tre navate...
Chiesa Sant'Antonio
Questa chiesa che sovrasta il centro abitato di Valguarnera esisteva già al 1666, come ne fa fede l'atto di morte del 27 giugno 1666 «il cui corpo fu seppellito nella chiesa di San Antonino...».
Al 1783 si costituiva la confraternita di Maria SS. della Mercede, formata da operai e civili, che ebbe la sua fioridezza sino al 1820, poi andò declinando e al 1842 cambiò nome in S. Antonio di Padova. Nel 1877 veniva costruita la scala esterna a due rampe, essendo stata abbassata la strada...
Chiesa del Purgatorio
Edificata poco prima del 1817 come ne fanno fede le iscrizioni delle campane «Santo Rigatuso rettore-anno del signore 1817, per mandato di D. Luigi Salomne fondatore di detta chiesa delle anime purganti».
All'interno vi è una bella statua dell'Addolorata della casa Zanazio di Roma, che segue Gesù morto nella processione del Venerdì Santo...
Chiesa San Francesco
Essa non si chiamò sempre San Francesco, né ebbe le attuali proporzioni. Dapprima fu S. Croce, le sue proporzioni erano più piccole, come si evince dalla fabbrica di mezzogiorno.
Andata in rovina intorno al 1850, fu riedificata ed ingrandita come nello stato attuale dal Sac. Giuseppe Lomonaco, e prese il nome di San Francesco di Paola e benedetta dal Vescovo Mons. Palermo nel 1896...
Chiesa Sant'Anna
Venne costruita intorno al 1687 «a sue spese ad alla gloria di Dio» dal munifico sacerdote D. Giuseppe Scarlata.
Al 1691 la chiesa era gia completa e si cominciarono a seppellire i morti.
Nel 1883 fu montato l'orologio pubblico dalla Matrice, poiché quest'ultima ne aveva uno nuovo fatto costruire dal Municipio.
All'interno della chiesa recentemente restaurata vi è un crocifisso...
Chiesa San Giuseppe
Il Commendatore Agostino Serra donò generosamente il terreno dove fu edificata la Chiesa di San Giuseppe nelle sue linee gotiche, la prima pietra fu benedetta dal Vescovo Mons. Sturzo nel 1911.
Il 04 ottobre 1921 il parroco Magno benedisse la prima sezione della chiesa, e da allora vi si cominciò ad esercitare il culto.
Nel settembre del 1922 vi fu solennemente portata la statua in Bronzo del Santo, opera dello scultore napoletano Pellegrino Giuseppe, dono di D. Peppino Raimondi.
Nel 1929 fu elevata al grado di parrocchia e il 18 dicembre 1954 fu consacrata dal Vescovo Mons. Catarella.
Dal 1932 in questa chiesa fu trasferita la festa di San Giuseppe, che prima si celebrava alla Matrice.
Chiesa San Liborio
Piccola ma importante per la sua centralità è situata in capo alla via Garibaldi, in passato fuori dalle mura dell'abitato. É ricordata per la prima volta dal notar Di Sano al 14 gennaio 1691. Vi sono tre altari, dedicati alla Madonna della Grazia, alla Madonna del Buon Consiglio e a San Liborio.
Nel mese di settembre vi si celebrava la festa della Madonna di Gibilmanna, con corse di animali e giochi divertenti.
Maria Ausiliatrice San Giovanni Bosco
Per provvedere alle necessità spirituali dei nuovi quartieri, sul terreno messo a disposizione dal C.A.R.S.O., sorse una chiesa prefabbricata dedicata a Maria SS. Ausiliatrice e a S. Giovanni Bosco. Questa nuova chiesa fu benedetta dal Vescovo Mons. Sebastiano Rosso il 24 agosto 1980.
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Nell’ampia Piazza della Repubblica, di forma rettangolare, sorge il Palazzo Municipale, con una sobria ma gradevole facciata. La stessa piazza accoglie la vita sociale e politica del paese, mentre la Piazza Garibaldi si presenta come il punto di riferimento e il centro di attività commerciali piuttosto vivaci.
Le Chiese, testimonianza di una fede religiosa mai sopita, costituiscono per il paese un pregevole patrimonio architettonico.
La Matrice, consacrata al Patrono San Cristofero, sorta nel 1630, con la sua monumentale facciata dall’andamento curvilineo, concavo – convesso, rivolta verso il Palazzo del Principe.
Ricorda le architetture barocche della Sicilia orientale; ha una pianta basilicale a tre navate con il sopralzo della grande cupola. Vi si possono ammirare buoni dipinti tra cui quello raffigurante il battesimo di Cristo.
La Chiesa dell’Immacolata, sorta nell’antico romitorio dei Padri Filippini alla periferia nord dell’abitato, conserva un prezioso quadro della Madonna delle Grazie, di scuola bizantina del 400, e una bella custodia dell’Eucarestia in legno ricoperta con intarsio di tartaruga.
La chiesa di San Giuseppe, in stile gotico, edificata nel 1921, sovrasta la Via Garibaldi. E’ il tempio dedicato al Santo, cui si rivolge la maggiore devozione, espressioni della quale sono nella ricorrenza della festa, u 'mbraculu e a tavula, voti molto significativi, di un colore e di un fascino straordinari, tra fede, culturaCeramica raffigurante San Cristofero e tradizione.
Nella parte dell'abitato urbano che si sviluppò nei primi decenni di vita del paese, svettano i conici campanili in mattonelle di ceramica delle chiese di S. Anna (1687) e S. Antonino (1666).
Esempio magnifico di ceramica Caltagironese è un mosaico raffigurante S.Cristofero, la cui mole gigantesca si staglia sulla facciata di una casa signorile di via Garibaldi, nei pressi del tempio consacrato al Patrono.
Se il centro storico non conserva antiche vestigia, i dintorni del paese sono ricchi di monumenti e di reperti che costituiscono un notevole patrimonio archeologico.
Recenti scavi hanno portato alla luce, in contrada Rossomanno la collina dagli orizzonti spaziosi, dall'aria purissima e dalle antiche memorie, i resti di una Acropoli, che con i resti del Romitorio, del Castello degli Uberti e di Serra delle Casazze, testimoniano la presenza Greca e Romana in questa zona ove qualche storico avrebbe localizzato l’antica Magella.
Mentre è ancora incerta e tutta da scoprire la presenza di una civiltà del neolitico nelle vicinanze dell'aggregato urbano, resta mirabile e pittoresco nel suo stile arabo-normanno, il Castello Gresti che si erge a strapiombo su una meravigliosa vallata.
a cura di Paolo Totò Bellone
Valguarnera Caropepe situata a 629 m. di alt., sulle pendici dei monti Erei si estende in una zona concava circondata da colline che fronteggiano la mole gigantesca dell’Etna.
A nord-est del paese ha le sue sorgenti il torrente Mulinello, affluente del Dittaino (in greco Chrysas (dorato), così chiamato per la fertilità delle terre da esso bagnate).
Il territorio di Valguarnera si estende per una superficie di appena 932 Ha e confina a sud con Aidone e Piazza Armerina, a nord con Assoro, a nord-ovest con Enna.
L'area su cui sorge l'abitato di Valguarnera si deve alla costante frequentazione del suo territorio le cui origini risalgono al periodo preistorico. Ciò confermato dagli innumerevoli insediamenti rupestri e dai rinvenimenti archeologici che datano le prime tracce a 6.000 anni a.C. (periodo di Stentinello).
Dunque il sito già abitato dal periodo preistorico fu cinto da mura in età greca in quanto fortezza della vicina città di Rossomanno, di suddetto periodo esistono ancora oggi tracce ben visibili in diversi punti del paese.
Del periodo romano esistono ancora oggi tracce di diversi insediamenti rurali legati alla antica viabilità principalmente all'importante itinerario stradale la “Siracusa- Termini”che passava da Valguarnera. Di questi insediamenti che giungono fino all'età tarda bizantina (VII- VIII sec. d. C.) sono presenti tracce di fornaci bizantine rinvenute in contrada Sottoconvento e Beveratorella.
Il toponimo di Caropepe deriva probabilmente dal nome siculo di Caripa e poi volgarizzato in Caropipi. Infatti Caripa si riscontra per la prima volta in un itinerario stradale dell’Anonimo Ravennate del VII secolo d.C. intitolato Cosmografia, desunto da archetipi più antichi degli itinerari romani e in Guidone nel IX secolo.
Il toponimo di Caropepe si ritrova in Bartolomeo Muscia (1296), periodo in cui l’abitato si suddivideva in Caropepe Soprano e Caropepe Sottano.
Questa suddivisione permane sino al 6 ottobre 1625 quando D. Francesco Valguarnera chiese ed ottenne una nuova esecutoria del privilegio chiesto nel 1549 da Giovanni Valguarnera Conte di Assoro all'Imperatore Carlo V, che nel feudo di Caropepe sorgesse un paese per nome di Valguarnera. Un nuovo decreto fu fatto il 31 maggio 1626. E nel gennaio 1628 il Duca di Alberquerques Vicerè a nome di re Filippo IV rinnovò l'esecuzione del privilegio accordando «di costruire ed edificare una paese, un castello a vostro piacere e di chiamarlo paese o casale, di circondarlo di muri, di torri... e di chiamare questo paese Valguarnera».
Così da questo momento il feudo di Caropepe divenne il paese di Valguarnera Caropepe e Francesco Valguarnera divenne primo principe di Valguarnera.
Dell'abitato antico del paese rimangono tracce nell'insediamento di Contrada Marcato, il cui sito spazia dall'età del rame al periodo tardo- medievale.